E' innegabile che da qualche anno il mondo del tè sia sotto i riflettori, di questo ne sono molto felice essendo un commerciante però...però quante cose mi lasciano sempre più perplesso: articoli su giornali dove riportano cose imprecise, a volte studi che ancora non hanno evidenze reali e comprovate, notizie in tv altrettanto ...ingigantite... e poi corsi su corsi, spesso fatte da persone che sono anni che studiano e che possono dimostrare sul campo la loro preparazione, altre volte... ora mi è capitato di vedere alcune cose che non ritengo molto precise e ne vorrei parlare sapendo così di attirarmi le ire di qualcuno ma in tanti mi telefonano per chiedermi alcune informazioni e quindi per rispetto a loro devo chiarire che non esiste un albo professionale di tea taster in Italia o almeno non esiste un qualcosa riconosciuto dallo Stato Italiano, non esiste nemmeno un diploma riconosciuto dallo Stato Italiano e ben diverso è l'esempio dei corsi da sommelier dell'Associazione Italiana Sommeliers la quale è riconosciuta con un D.P.R. Bisognerebbe dare anche uno sguardo alla legge quando si parla di queste cose: gli Albi per avere validità necessitano del riconoscimento del Ministero competente con Decreto (ipotizzo che in questo caso dovrebbe esserlo quello dell'Agricoltura) e della loro registrazione presso il tribunale (in genere quello del luogo dove ha sede l'ente, l'associazione e via dicendo).
In assenza di detti requisiti fondamentali e indispensabili, si ritrovano ridotti a meri elenchi... Se Si parla di albi professionali di tea taster o degustatori del tè sappiate che significa semplicemente: io faccio un corso e mi tengo un elenco delle persone che vi hanno partecipato, magari lo faccio sulla zucchina puntinata di piazza Navona tanto non ho bisogno di nessun riconoscimento dello Stato perchè è una cosa che non ha rilevanza legale...
Tutto questo lo scrivo non per denigrare, anzi sono felice che questo mondo particolare inizi ad essere così importante, ci sono delle Associazioni che stanno facendo molta ricerca e stanno divulgando veramente la cultura del tè in Italia, ad esempio Slow Food - www.slowfood.it e l’Associazione Italiana Cultura del Tè - www.aictea.it e come loro anche tante altre persone, ricordate che io vivo vendendo tè e quindi più se ne parla meglio è, l’unica cosa è che sento il bisogno di trasparenza proprio per evitare che, come purtroppo spesso accade, quando una cosa “va di moda” ….
Ora mi è capitato anche di vedere parlare di marchi di qualità da dare a negozi... mi domando chi sono le persone che esaminano, quali credenziali e titoli hanno e quali esperienze, anche qui bisognerebbe stare attenti con i nomi, i marchi di qualità sono disciplinati dalla legge, forse sarebbe meglio e più corretto dire “consigliato da….” in questo modo ognuno si prende le proprie responsabilità. Per finire ripeto ancora una volta: ben vengano tutte le iniziative sul tè, ne abbiamo bisogno tutti, ma facciamolo con trasparenza e in modo chiaro, solo in questo modo si può costruire una cultura che continua crescere grazie agli sforzi di tutti. Con questo spero di aver risposto a tutte quelle persone che mi chiedevano la mia personale opinione, spero che anche gli altri addetti ai lavori, e non solo, lascino su questo post la loro.
A presto.
Claudio Rubcich
10 gennaio 2007
Dubbi... Albo dei Degustatori del Tè???
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12 commenti:
Io sono d'accordo su quello che scrivi. Primo perché bisogna essere trasparenti, se vogliamo essere seri sull'argomento, e secondo se si fa un pò di chiarezza, e quindi si sa chiaramente che ancora non esiste un albo riconosciuto ai sensi di legge, forse qualcuno motivato potrebbe prendere l'iniziativa per sensibilizzare il Governo in tal senso e magari arrivare un giorno alla costituzione di un albo con i vantaggi che questo potrebbe comportare per la categoria.
Francesca
Io sono d'accordo su quello che scrivi. Primo perché bisogna essere trasparenti, se vogliamo essere seri sull'argomento, e secondo se si fa un pò di chiarezza, e quindi si sa chiaramente che ancora non esiste un albo riconosciuto ai sensi di legge, forse qualcuno motivato potrebbe prendere l'iniziativa per sensibilizzare il Governo in tal senso e magari arrivare un giorno alla costituzione di un albo con i vantaggi che questo potrebbe comportare per la categoria.
Francesca
Ben detto! Finalmente qualcuno che fa chiarezza! Non c'è dubbio che nessuno possa pensare di rilasciare attestati o marchi di qualità senza averne titolo. Anche a me è capitato di aver letto di questo sul sito di Ademathe, sono stata tentata di contattarli ma avevo subodorato qualcosa di sedicente sopravvalutazione. Sbaglio?
Mi sembra che le ultime pubblicazioni poi abbiano poco da dire se non sul piano del marketing, che sicuramente giova a chi di tè campa, ma non a chi è appassionato veramente.
Complimenti a Biblioteq che si dà sempre un gran da fare per informare con professionalità e simpatia.
Carla - Venezia
Carissima Francesca, apprezzo molto il tuo commento, anche tu sei un'addetto ai lavori e questo fa vedere che abbiamo tutti voglia di vedere almeno un pò regolamentato questo settore.
Ringrazio anche Carla per le su parole. Non mi esprimo in merito alla qualità dei corsi, non vi ho partecipato direttamente e lungi da me giudicare qualcosa che non conosco, anzi non posso che essere contento se si trova il modo di fare informazioni e mi sembra giusto che ci fa questo ne ricavi anche un profitto, il punto è semplicemente quello di essere estremamente chiari, poi ognuno decide in piena autonomia. Diverso invece il problema di un marchio di qualità, sarebbe auspicabile ma in base a quali criteri? Basta un corso? A prescindere che c'è una severa regolamentazione sulla dizione "Marchio di Qualità" in realtà l'unico che potrebbe dare garanzie sulla condotta dell'impresa è la certificazione Iso 9000 ( e 9001) che non solo stabilisce i criteri ma che sottopone le aziende a controlli nel tempo, comunque ben venga la voglia di avere certificazioni, sicuramente mi aiuterebbe nel pubblicizzare la mia attività così come essere nella guida del Gambero Rosso o invitato a parlare nelle diverse trasmissioni televisive, solo che in questo caso, per essere scevro da influenze dovrebbe essere fatto da un Ente che non ha interessi nel campo altrimenti si innescherebbe un conflitto di interessi ( e mi sembra che in Italia già ne abbiamo parecchi no ;-))
Personalmente, non posso che concordare sulle considerazioni fatte da Claudio in merito all'Albo e ai cd. marchi di qualità.
Ho seguito uno dei Corsi dell'Associazione in parola e devo dire che nella loro qualità generale non sono poi così male, anche se forse sono un po troppo spostati sulla Cina e poco avvvezzi a valutare l'esistenza di altre grandi realtà (india, Taiwan, Africa, ecc.)
Sono relatore per i Master of Food Tè di Slow Food e mai mi sognerei di inventarmi un sedicente Albo dei degustatori o peggio ancora il marchio di Qualità per i negozianti (ivi inclusi i Franchisng...della serie non facciamoci scappare nessuno!!!).
Qualcuno potrebbe obiettare che ho scarsa autostima di me...ma chi mi conosce bene sa che il mio EGO sovrasta di gran lunga la mia tutt'altro che piccola stazza!
La verità intrinseca, anche se tutti con molta prudenza ci girano attorno senza dirlo apertamente, è che siamo in presenza di una sana attività commerciale volta a far soldi o come commercialmente meglio si dovrebbe dire a lucrare.
Ma dove l'imprenditoria finisce e inizia la frode o la falsa rappresentazione della realtà?
Il confine è meno labile di quel che può apparire a prima vista.
La parola Albo (che anche per quello dei Sommelier regolarmente riconosciuto con DM è impropria!) presuppone alla sua base un Ordine Professionale organizzato in sezioni e rappresentativo di un'intera categoria (es. Madici, Avvocati, Notai, ecc.), in assenza dell'Ordine cui fanno riferimento i professionisti che operano in una categoria si è in presenza di un ALBO ma con le caratteristiche dell'elenco riconosciuto, in quanto pur riconosciuto con Decreto Ministeriale, carente del requisito dell'ordine ma con caratteristiche simili agli albi (accesso a seguito di prove d'esame, tassa d'iscrizione, emissione di fatture, ecc).
Ora premesso ciò esaminiamo il caso in particolare.
La tassa d'iscrizione versata all'Associazione in questione consta del mero rilascio di una ricevuta, non deducibile (ero iscritto sino al 2006!) e versata ad essa in base a regolamenti ministeriali che riconoscono la sua raccolta quale somma versata nell'esercizio della libertà di associazionismo.
I membri della Commissione sono persone che non hanno mai sostenuto esami e la cui preparazione potrebbe essewre messa in discussione da chiunque altro operi nello stesso settore da meno o più anni di loro.
Non hanno mai pubblicato alcunché.
Non sono forniti di Lauree in botanica o chimica o altro ma solo di titoli (da quello che si legge) ottenuti all'estero in paesi tra l'altro privi della cd. equiparazione o equipollenza.
Potrei continuare così per ore.
Qual'è il rischio?
In primis una denunzia per truffa (ma questi sono affari loro), a seguire un grave discredito sulla categoria ... e questo e affar nostro!
Insomma siamo in presenza di un elenco di soci di un'associazione al più registrata in tribunale e CCIAA, retta da soci e che ambisce a diventare più di quel che in realtà è......nulla.
Cosa fare?
Occorre invitare i clienti, gli amici e quanti altri a diffidare di ALBI e MARCHI ove tali strumenti non siano supportati da solide basi di riconoscimento legislativo.
Giustino CATALANO
Sono più che daccordo con te, ma come ti ho già detto, spesso non è così facile spiegare certe cose alle persone / clienti, ed è proprio per questo che la cosa migliore da fare sarebbe appunto regolamentare il nostro settore.
Anche io, ho partecipato ad alcuni corsi, alcuni non male, altri invece leggeri( come le persone che li tenevano )...o meglio all'acqua di rose, ed ho in mano degli attestati che non posso nemmeno appendere al muro, carini, con una bella grafica...ma ai fatti...NULLI.
Gran parte delle cose che so, me le hanno insegnate Claudio ( IN PARTICOLARE ) di Bibliotèq e Marina di Edonèè, e credo che la loro professionalità esperienza e passione, sia di gran lunga superiore alle persone che si spacciano come t-taster, o come " maestri del tè " ( non entro nei dettagli perchè non sarebbe carino ).
Spero di cuore che, magari dandoci da fare tutti, riusciremo ad ottenere un riconoscimento " VERO ".
Elena
Mi associo all'idea di unirci per poterci scambiare idee informazioni e tutto quello che puo' essere utile per meglio diffondere e far conoscere il tè. E' molto difficile far capire alle persone/clienti che non tutto quello che luccica è oro !! scusa la metafora, ma purtroppo ci sono alcune realtà poco trasparenti e questo penalizza chi come Claudio e altri si impegnano a 160 ° per dare il meglio.
Grazie Claudio, spero a presto.
Luisa
che curioso, sono giorni che mi parlano di voi, e solo ora per caso ho trovato il blog. Vado a vedere il sito per capire dove state ... :-))
Buonasera a tutti. Ho contatto Ademathè poco tempo fa e oggi per caso mi trovo in visita "veramente occasionale" in questo bellissimo sito con questo scambio amichevole di opinioni. Anch'io sono nel settore da qualche anno,
avere a che fare con il pubblico e sentire di trasmettere a loro la passione per il tè e sentire fiducia da parte dei clienti è sicuramente una grande soddisfazione, ma far vedere che anche tu cresci ed investi sul tuo lavoro è quasi un dovere. Mi ha attirata fortemente l'idea di iscrivermi all'albo ma allo stesso tempo mi sono chiesta ed ho chiesto all'Associazione da quanto esistesse e quali opportunità poteva darmi l'iscrizione all'albo senza però avere nessuna notizia in merito. Con una piccola ricerca ho capito che non esiste nessun albo nazionale riconosciuto e poi ho trovato voi.
La mia idea è che "a casa nostra" il mondo del tè sta lasciando il posto ad un mercato tutt'altro che organizzato e lo sta facendo troppo rapidamente. Mi rendo conto che tutti possono bere (che non è proprio capire!) una tazza di tè ma pochi la possono servire o proporre. Purtroppo non ci si improvvisa venditori o sommelier del tè come capita per tantissimi altri prodotti. Quindi non è solo necessaria ma è indispensabile una regolamentazione, perchè la "moda" sta rovinando tutto il lavoro di noi amanti cultori del tè. La voce dei media di comunicazione è troppo efficace rispetto alla nostra e si leggono su riviste anche di settore informazioni che hanno del ridicolo (Il Pu Erh è della stessa famiglia del tè verde!!!????) e nessuno puo' con ragione di causa correggerle.
Detto questo non sto a raccontare la mia esperienza passata con l'Associazione in parola ma se la loro mission è anche quella di fare formazione mi chiedo perchè debbano comportarsi da primi della classe con persone che per primo possono essere loro potenziali clienti e poi veramente possono dare a questo mercato tutta la qualità e il prestigio che merita. Non perdiamo di vista quale meraviglioso mondo è il tè, un continuo scambio sociale di culture ed esperienze che anche se non insistamo all'ossesso sull'aspetto botanico della foglia non si perde di credibilità. Più che un 'associazione ho avuto la sensazione di rivolgermi ad una spa! ma non di benessere.
buon lavoro a tutti
claudia
Un caro saluto a tutte le amiche e gli amici del blog.
Mi chiamo Marco Bertona e sono stato il promotore di un gruppo di appassionati di Tè e di degustazione che 5 anni fa decisero di incontrarsi per condividere questa passione. Sino ad arrivare poi, 3 anni fa, alla decisione di costituire una associazione denominata: Associazione Italiana Degustatori e Maestri di Thè.
Non sono un frequentatore di blog e forum, però sono stato informato da altri (Sigh!) che qui si parlava di noi . Ed eccomi! (Ma sembra che sia una abitudine qui parlare, “male”, degli altri e non informarli – vedere HIGAN). Come dicevo, non frequento questi spazi perché, se devo essere sincero, mi fanno molta paura questi luoghi dove, nell'anonimato, chiunque può dire quello che vuole. E non nel senso di poter esprimere liberamente il proprio pensiero, ma nel senso che chiunque, con allusioni o parlando esplicitamente male o bene di qualcuno, può elogiare o screditare, a seconda delle necessità, chiunque e tutto ciò che vuole. Qualcuno propone un argomento, ed ecco che qualcuno altro, magari passando in visita "occasionale", fa battutine e allusioni, senza che i diretti interessati siano avvisati per potervi replicare. E così ha inizio il linciaggio.
Ma ora torniamo a noi. Vorrei precisare 3 cose:
ALBO
ADeMaThè non ha mai vantato di gestire l'albo di un ordine professionale, ne tanto meno che il proprio albo sia riconosciuto da camere di commercio, dallo stato o da chicchessia. L'albo ADeMaThè, così come è riportato in modo chiaro e trasparente anche nel nostro sito (http://www.maestridelthe.it/Albo.html ), è l'elenco dei nostri associati che a fronte di un percorso formativo serio, hanno ottenuto una qualifica. Simile ad altri albi gestiti da organizzazioni private come la nostra.
MARCHIO QUALITA ADEMATHE
Anche qui tanto clamore per nulla. Come riportato nella pagina dedicata del nostro sito (http://www.maestridelthe.it/Progetto.html ), ADeMaThè sta lavorando ad un progetto per l'attribuzione di un PROPRIO marchio di qualità.
Infatti, ha ragione Claudio quando dice: “ben venga la voglia di avere certificazioni”, perché questo aiuterebbe anche te e quanti si sono prodigati in questi anni nel tentativo di promuovere correttamente il prodotto. Ma anche di stimolare gli altri a fare altrettanto. E questo è proprio il nostro intento e il progetto sul quale stiamo lavorando.
ADEMATHE
ADeMaThè è un'associazione nazionale non a scopo di lucro, libera e indipendente. Non è
la facciata culturale di una attività commerciale e dietro di noi non ci sono aziende o
sponsor più o meno occulti. Ci sosteniamo con le quote associative, con l'organizzazione di corsi e con i servizi di consulenza che forniamo a operatori e aziende.
ADeMaThè non svolge attività commerciale. Ossia, non vende Tè o accessori per il Te e nessun altro prodotto. In altre parole, ADeMaThè non svolge attività concorrenziale né a negozi, né a grossisti ed importatori.
Al contrario, con le nostre innumerevoli attività culturali e promozionali che svolgiamo in giro per l'Italia (pensate solo ad ExpoTè, il più grande evento culturale tutto made in Italy mai avvenuto nel nostro Paese), abbiamo incrementato e continuiamo a incrementare la domanda e il consumo del Tè in Italia, avvantaggiando coloro che commercializzano tale prodotto. Anche a favore dei signori e delle signore che qui hanno scritto.
Peccato però che Claudio non riconosca il nostro impegno e il nostro ruolo, quando, “dimenticando” di citarci, afferma: “Ci sono delle Associazioni che stanno facendo molta ricerca e stanno divulgando veramente la cultura del tè in Italia, ad esempio Slow Food e l’Ass. Culturale del Te”.
E poi:
A Elena che è rimasta delusa frequentando corsi “leggeri”. Cara Elena, peccato che non hai frequentato i nostri corsi, ne avresti potuto verificare personalmente la validità e la professionalità e uscirne veramente arricchita. Ti aspettiamo.
A Claudia che non ha ricevuto da noi risposta alla sua email. Cara Claudia, riceviamo decine di email tutti i giorni e riusciamo a rispondere a tutte normalmente entro 3 giorni lavorativi. Quindi, o la tua email non ci è mai arrivata, o tu non hai ricevuto la nostra. In merito alla battuta “non sto a raccontare la mia esperienza passata con l'Associazione in parola” (ossia noi), non sappiamo chi tu sia, ma raccontaci pure la tua esperienza passata. Ne siamo curiosi. Ma senza anonimismi!
A Giustino. Peccato che sei riuscito a seguire solo la prima lezione del nostro corso. Ti sei perso tutti gli approfondimenti e le degustazioni sui tè indiani, taiwanesi e africani.
A Carla di Venezia che era stata tentata di contattarci. Ciao Carla, aspettiamo una tua telefonata e speriamo di poterti incontrare. Da noi troverai tante amiche e amici con la tua stessa passione: quella per il Té :)
Grazie per l'attenzione e scusate la lunghezza, ma tanto dovevo per onor di chiarezza.
Un cordiale saluto a tutti e un ringraziamento a Claudio che ci ospita
Marco Bertona – ADeMaThè Italia
Carissimo Marco inizio a risponderti: per quanto riguarda Higan come ho spiegato ero sicuro (mio errore) che Paolo li avesse avvisati visto che ne aqvevamo parlato il giorno dopo il mio ritorno a Roma e lui mi aveva detto che avrebbe detto agli organizzatori le mie opinioni, per quanto riguarda questo post io ho espresso solo dei dubbi su quello che mi hanno fatto notare in tanti e poi ho letto sul tuo sito (e anche se avrei potuto farlo io non ho mai espressamente parlato di Ademathè). Riporto integralmente:" L'Albo è un registro in cui sono iscritti gli abilitati all'esercizio delle specialità previste" etc etc. Se si parla di abilitazione... in più come ho scritto e avendo non solo fatto parte ma lavorato per molti anni con l'Associazione Italiana Sommeliers il tuo paragone con loro sottindende un riconoscimento giuridico (e comunque l'AIS non parla mai di albo ma di annuario dei soci, ne parla di abilitazione professionale). Ma ti dò per buona fede ciò che avete scritto sul sito facendoti notare che visto che è molto "ingannevole" sarebbe il caso di scrivere più chiaramente e cambiare il nome albo italiano dei Degustatori e dei Maestri di Thè (ovvio che il mio è un semplice suggerimento) in qualcosa di meno equivoco. Per quanto riguarda il non averti informato questi non sono problemi miei, nessun giornale avverte le persone o le società di cui scrive e se tu eviti siti e blog non è affar mio, posso solo dirti che così perdi molto perchè ci sono siti e blog che danno moltissime informazioni sul mondo del tè, informazionni che sono indispensabili, una volta controllate, per crescere in questo mondo, in più è un modo di aiutare a crescere mettendo a disposizione le proprie informazioni. Vedi io potrei fare come tanti, trovo notizie interessanti magari perchè un amico che collabora con l'università di Taiwan mi passa una ricerca sul tè, e me la tengo per me così da farmi una mia culòtura personale unica da spendermi da solo, bè io non lo trovo giusto, se si ama davvero questo mondo e visto che c'è ancora moltissimo da scoprire e da scrivere ritengo un DOVERE verso la mia passione ed il mio lavoro dare tutte le informazioni sicure che riesco a trovare anche se così queste vanno a finire anche ai miei "conocrrenti" ma che io preferisco di gran lunga chiamare colleghi; questo blog e parte del mio sito nascono proprio per questo, la discussione è l'unico modo per crescere, come hai visto se hai navigato in questo blog io non censuro nulla e sono nate discussioni avvincenti come quella con Gianluigi circa i problemi dei controlli sanitari che ci hanno aiutato non poco a far chiarezza su alcune cose, ti faccio allora una proposta: perchè non fate qualcosa di simile sul vostro sito o aprendo un blog? Ti assicuro che in questo caso ti farei molta pubblicità e vedrai che ci sono persone che ne sanno più di te e di me messi assieme che ci daranno spunti di riflessioni indispensabili, è in questo modo a mio avviso che si spingono le persone a consumare in modo giusto e consapevole più tè, la ricerca ha valore quando viene resa pubblica altrimenti serve a poco..e a pochi. Per quanto riguarda il marchio di qualità condivido pienamente quello che ha scritto Giustino ma fortunatamente vedo che sul vostro sito avete modificato qualcosa scrivendo "proprio"marchio di qualità e così sono felice perchè risulta molto più chiaro. Ti ringrazio di aver scritto e ti ricordo che questi spazi sono aperti a tutti e non trovo che l'anonimato (anche se in molti mettono nome e cognome) sia così deleterio, nessuno qui insulta ma bensì esprime la propria opinione e il proprio punto di vista, sapere il nome e il cognome non è che cambia molto, bisogna analizzare le idee non le persone. A presto e grazie ancora
Scrivo un post da parte di Giustino Catalano in quanto ha problemi per farlo lui direttamente, copio ed incollo integralmente la sua mail: Ritengo che Marco abbia chiarito tutto e quindi fugato ogni ragionevole dubbio.
Con Marco ci siamo sentiti prima del suo intervento nel Blog e abbiamo avuto modo di discutere assieme le diverse posizioni e perplessità.
Spero e auspico per l'immagine di Ademathé che ai chiarimenti siano seguite le dovute correzioni.
Per quanto mi riguarda abbiamo bisogno di tutte le associazioni esistenti sul territorio e di tutte le associazioni che hanno voglia di fare.
Come vedi marco, qui non si spara sempre a zero su tutti.
Non entro nel merito della restante parte del Corso cui non ho potuto partecipare, so cosa avete realmente proposto...sono amico anche di Barbara, ricordi?
Ad ogni modo colgo l'occasione da questo Blog per salutarti e ringraziarti anch'io del tuo utile intervento chiarificatore.
Saluti a tutti
Giustino
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